TI SPOSO PER CASO di Denisie Grover Swank (Piemme)

Autrice: Denise Grover Swank
Titolo originale: The Substitute
Traduttrice: Valentina Daniele
Genere: Contemporaneo
Ambientazione: Kansas, Usa
Pubblicazione: Edizioni Piemme, pp. 380, 4 luglio 2017, €15,22
Livello sensualità: MEDIO
Parte di una serie: 1° serie TheWedding Pact
DISPONIBILE IN EBOOK A  €9,99

TRAMA: Megan Vandemeer aveva tutte le intenzioni di dire ai suoi genitori che la festa di matrimonio in programma di lì a poco sarebbe andata a monte per… mancanza del promesso sposo. Tanto più che non lo aveva ancora presentato in famiglia! E invece si ritrova, senza sapere come, a bordo dell'aereo per Kansas City che la porterà a casa dei suoi e… al suo matrimonio. Il fatto è che ha il cuore troppo spezzato per dire la verità. Salvo, dopo un paio di drink e due pastiglie, ritrovarsi a raccontare tutta la storia al giovane sconosciuto dai capelli scuri seduto accanto a lei… 
A Josh McMillan resta una sola settimana per salvare la sua azienda. Questo volo a Kansas City è l'ultimo tentativo. Ma il viaggio per il momento gli ha portato dell'altro: una ragazza molto carina, che sembra sull'orlo di una crisi di nervi, seduta accanto a lui e in vena di confidenze. Ai genitori di Megan, venuti a prenderla all'aeroporto, basterà vedere lei e Josh insieme per credere che sia lui il promesso sposo. E adesso… come deluderli? Josh si presta allo scherzo per un po', ma più tempo lui e Megan trascorrono insieme, più il destino e la sua magia sembrano volerci mettere lo zampino…


Megan e Josh si incontrano su un volo  diretto a Kansas City, lei deve partecipare a un matrimonio: il suo! Peccato però che lo sposo non sia con lei, un mese prima, infatti, Megan l’ha beccato con la segretaria e l’ha mandato al diavolo. Adesso che il matrimonio è saltato
non avrebbe molto senso tornare a casa, se non fosse che la sua famiglia non è al corrente del cambio di programma. Come fare a dirlo ai suoi? Come riuscire a spiegare la situazione, senza dare a sua madre l’ennesima prova di essere un fallimento? Josh prende posto accanto a Megan sull’aereo, mentre lei è alle prese con dubbi e paure. Anche lui è in un momento critico della sua vita, il brevetto che avrebbe risollevato le sorti della sua azienda  è stato rubato e questo viaggio è l’ultima possibilità di scoprire e incastrare il colpevole.  Prima di decollare cominciano a scambiare quattro chiacchiere e complice il potente mix di dramamina e alcool, Megan racconta a Josh la sua situazione. Una volta atterrati, però, Megan è ormai persa nei fumi dell’alcool e per evitare che intervenga la sicurezza a bordo, Josh decide di aiutarla a scendere dall’aereo. In aeroporto ci sarà una sorpresa: i genitori di Megan. I signori Vandemeer non hanno mai incontrato il compagno della figlia e accolgono Josh come il futuro sposo. Comincia così il loro viaggio verso i preparativi della festa. Megan una volta tornata in sé cerca di prendere tempo per spiegare in qualche modo la situazione ai suoi, Josh, invece, non crede alla sua fortuna, Bart Vandemeer -il padre di Megan- è l’uomo che cercava. 
L’idea di partenza del romanzo, per quanto inverosimile, è carina e anche la parte iniziale del libro promette bene. L’equivoco, il loro continuo punzecchiarsi, l’attrazione che provano fin da subito, ma purtroppo il romanzo nel suo complesso non mi ha convinta. Dopo l’arrivo a casa dei finti sposi è tutto troppo scontato, leggendo si sa’ già quello che succederà, non c’è nessun elemento sorpresa , nessun tocco di brio, solo situazioni inverosimili e soprattutto la coppia non decolla. Persino la vena investigativa di Josh si esaurisce senza grandi scoperte e, soprattutto, senza aggiungere niente al romanzo. La parte che più mi è piaciuta invece è stata quella dedicata alle amiche di Megan, future protagoniste dei prossimi romanzi, personalità ben caratterizzate, che se ben raccontate, potranno regalarci delle  sorprese. Non ci resta che aspettare.








COME INIZIA IL ROMANZO....
1
Erano solo le dieci e mezza ed era già una giornata di merda.
Megan Vandemeer guardava l’aereo sulla pista. Ma che cavolo stava facendo? Il volo dell’Alaska Airlines partiva fra venti minuti e lei doveva salirci.
Suonò il telefono. Lo tirò fuori dalla borsa e fece una smorfia quando vide il nome della sua migliore amica. Rispose lo stesso.
«Come l’ha presa?» chiese Blair.
«Ecco…» Megan guardò il tabellone del gate. Cinque minuti all’imbarco.
«No, aspetta» disse Blair in tono brusco. «Dimmi che gliel’hai detto.»
«Gliel’ho detto.»
La sua amica non rispose subito. «Stai mentendo. È la tua voce da bugia.»
«Ho una voce da bugia?» chiese Megan, perplessa.
«Vai su di mezza ottava e poi diventi tutta tesa.»
«Mi conosci un po’ troppo bene. Devo preoccuparmi?»
«Siamo amiche fin dall’asilo. Lo spero bene di conoscerti» ribatté Blair. «Smettila di cambiare argomento. Pensi che tua madre non si accorgerà che non ti sei presentata al tuo matrimonio?»
L’altoparlante gracchiò qualcosa su un cambio di gate. Megan coprì il telefono con la mano.
«Megan, glielo devi dire!» disse Blair, frustrata.
«Glielo dirò.» Il tabellone diceva quattro minuti all’imbarco.
«Quando?»
«Oggi pomeriggio.»
«Perché non la chiami adesso?» L’altoparlante risuonò di nuovo e Blair emise un’esclamazione soffocata. «Sei all’aeroporto
«Blair…»
«Non hai mai cancellato il volo, vero?»
Megan si scostò i capelli dagli occhi e si sporse in avanti, abbassando la voce. «Blair, me ne sono proprio dimenticata.»
«Bugia.»
Le lacrime pizzicarono gli occhi di Megan. «In questo momento mi serve un’amica, Blair, non una cazzo di macchina della verità.»
«Scusami» sospirò Blair. «Hai ragione. Credimi, capisco perché hai rimandato. Tua madre terrorizza anche me, e sai che non sono una che si spaventa facilmente. Però devi dirglielo, Megs. Più aspetti e più diventa difficile.»
«Lo so, ma voglio dirglielo di persona. A questo punto non posso fare altro.»
«Quindi stai davvero tornando a casa?»
Megan guardò il gate. «Mi imbarco tra due minuti.»
«Va bene.» Blair rimase in silenzio per un po’. Megan sapeva che stava elaborando un piano. Blair era una su cui potevi sempre contare nei momenti di crisi. Nel caso di un’apocalisse zombi, Megan avrebbe avuto la possibilità di sopravvivere solo restando accanto a Blair. «Stasera potresti aver bisogno di uscire. Fammi sapere, posso dirlo anche a Libby.»
Megan deglutì il groppo alla gola. «Grazie.»
«A che servono le migliori amiche? Chiamami quando hai fatto, anche se sospetto che sentirò le urla fino in centro. Se hai bisogno di dormire a casa mia, ho un letto in più.»
«E Neil?»
«È fuori per tre giorni per lavoro, torna venerdì. Ma comunque a lui non piace che stiamo insieme durante la settimana.»
«Ma vi sposate fra tre mesi. Non vivrete insieme?»
«Certo» rispose lei sulla difensiva. «Ci penseremo quando sarà il momento.»
«Non lo capisco» mormorò Megan scuotendo la testa.
«Disse la donna che sta per andare al suo matrimonio anche se ha rotto con il fidanzato un mese fa.»
«Un mese e mezzo.»
«Ancora peggio.»
Un addetto della linea aerea al gate prese il microfono. «Stiamo per imbarcare il volo 365 per Kansas City. I passeggeri di prima classe saranno imbarcati per primi.»
«Blair, devo andare, ho l’imbarco. Considerato quanto mi costa il biglietto di prima classe, tanto vale che salga per prima.»
«Non dimenticare l’alcol. Le bevande sono gratis.»
Megan fece una faccia esasperata, anche se la sua amica non poteva vederla. «Blair, non sono nemmeno le undici del mattino.»
«Mimosa, Bloody Mary, Screwdriver. Hanno di tutto per il brunch.»
L’altoparlante si fece sentire di nuovo. «I passeggeri di prima classe sono pregati di avvicinarsi al gate.»
Megan prese la borsa e si alzò. «Mi devo imbarcare. Ti richiamo.»
«Andrà bene, Megs. In fondo, cosa potrebbe mai fare?»
Megan rabbrividì. «Non ci voglio nemmeno pensare. Ti faccio sapere presto.» Chiuse e mise il telefono nella borsa, guardando il gate con apprensione.
Il pensiero di imbarcarsi la metteva in ansia anche per un altro motivo: le turbolenze le davano una nausea terribile. La sua collega le aveva suggerito di prendere la dramamina come misura preventiva. Megan odiava prendere medicine, anche una semplice aspirina per il mal di testa, ma aveva già abbastanza di cui preoccuparsi una volta scesa dall’aereo. Non aveva nessuna voglia di passare ogni minuto di volo combattendo la nausea. Prese dalla borsa una bottiglietta d’acqua, due pastiglie dalla confezione da viaggio e le mandò giù sperando che facessero effetto subito.
Davanti a lei in fila c’era un tizio con il riporto e un completo formale. Avrà avuto una ventina d’anni più di lei.
Lui si voltò appena e la squadrò da capo a piedi. «Ha già pensato a un fondo pensione?»
Lei inarcò le sopracciglia. «La pensione?»
«Quanti anni ha? Trentadue? Trentaquattro?»
Megan lo fulminò con lo sguardo. «Ventinove.»
Lui sorrise ancora di più, mentre la fila avanzava. «Non è mai troppo presto per cominciare. Magari possiamo parlarne sull’aereo se siamo seduti vicini.»
Per come stava andando la sua vita ultimamente, le sembrava quasi inevitabile.
Ma per fortuna lui era seduto nella prima fila e lei al 3D. Mise la borsa sotto il sedile e guardò fuori dal finestrino, ripensando a quando aveva comprato i biglietti insieme a Jay, per tornare a Kansas City per il matrimonio «Mi conosci un po’ troppo bene. Devo preoccuparmi?»«Siamo amiche fin dall’asilo. Lo spero bene di conoscerti» ribatté Blair. «Smettila di cambiare argomento. Pensi che tua madre non si accorgerà che non ti sei presentata al tuo matrimonio?»
L’altoparlante gracchiò qualcosa su un cambio di gate. Megan coprì il telefono con la mano.
«Megan, glielo devi dire!» disse Blair, frustrata.
«Glielo dirò.» Il tabellone diceva quattro minuti all’imbarco.
«Quando?»
«Oggi pomeriggio.»
«Perché non la chiami adesso?» L’altoparlante risuonò di nuovo e Blair emise un’esclamazione soffocata. «Sei all’aeroporto
«Blair…»
«Non hai mai cancellato il volo, vero?»
Megan si scostò i capelli dagli occhi e si sporse in avanti, abbassando la voce. «Blair, me ne sono proprio dimenticata.»
«Bugia.»
Le lacrime pizzicarono gli occhi di Megan. «In questo momento mi serve un’amica, Blair, non una cazzo di macchina della verità.»
«Scusami» sospirò Blair. «Hai ragione. Credimi, capisco perché hai rimandato. Tua madre terrorizzaanche me, e sai che non sono una che si spaventa facilmente. Però devi dirglielo, Megs. Più aspetti e più diventa difficile.»«Lo so, ma voglio dirglielo di persona. A questo punto non posso fare altro.»
«Quindi stai davvero tornando a casa?»
Megan guardò il gate. «Mi imbarco tra due minuti.»
«Va bene.» Blair rimase in silenzio per un po’. Megan sapeva che stava elaborando un piano. Blair era una su cui potevi sempre contare nei momenti di crisi. Nel caso di un’apocalisse zombi, Megan avrebbe avuto la possibilità di sopravvivere solo restando accanto a Blair. «Stasera potresti aver bisogno di uscire. Fammi sapere, posso dirlo anche a Libby.»
Megan deglutì il groppo alla gola. «Grazie.»
«A che servono le migliori amiche? Chiamami quando hai fatto, anche se sospetto che sentirò le urla fino in centro. Se hai bisogno di dormire a casa mia, ho un letto in più.»
«E Neil?»
«È fuori per tre giorni per lavoro, torna venerdì. Ma comunque a lui non piace che stiamo insieme durante la settimana.»
«Ma vi sposate fra tre mesi. Non vivrete insieme?»
«Certo» rispose lei sulla difensiva. «Ci penseremo quando sarà il momento.»
«Non lo capisco» mormorò Megan scuotendo la testa. 
**** 
LA SERIE THE WEDDING PACT
1. The Substitute (2014) - ed.italiana TI SPOSO PER CASO, ed.Piemme, luglio 2017 Megan Vandermeer e Josh McMillan 
2. The Player (2015)- Blair Hansen e Garrett Lowry
3. The Gambler (2015)- Libby St.Clair e Noah McMillan
4. The Valentine (2016)- novella - 
Blair Hansen e Garrett Lowry

**** 

L'AUTRICE
Denise Grover Swank  è autrice bestseller americana. Inizialmente autopubblicata, ha al suo attivo diverse serie romance. Con Ti sposo per caso ha inaugurato The Wedding Pact, una serie di enorme successo che racconta di tre feste di matrimonio un po' speciali... Denise vive in Missouri, ha sei figli, tre cani e una immaginazione sempre al lavoro, per cui è più facile trovarla impegnata a leggere o a scrivere che a plire la casa.

VISITA IL SUO SITO:
http://www.denisegroverswank.com/



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2 commenti:

  1. Direi che 3 e 1/2 è il giudizio più giusto 😊

    RispondiElimina
  2. Io lo avevo iniziato ma dopo un po' ho mollato il colpo, non aveva il mordente giusto, l'ho trovato noioso

    RispondiElimina

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