LA SPOSA SEGRETA di Joanna Fulfort (Harper Collins)

Autrice: Johanna Fulfort
Titolo Originale: His Lady of Castlemora
Traduttrice: Lorenza Braga
Genere: Storico
Ambientazione: Scozia,1075
Pubb. originale: Avon, 2015, pp 390
Pubb.italiana: Harper Collins, coll. IGRS, febbraio 2014pp. 238
Livello sensualità : ALTO
Parte di una serie: No
Disponibile in ebook a € 5,99

TRAMA: Scozia, 1075 - Rimasta vedova anzitempo, Isabelle viene cacciata di casa dai parenti del marito perché non ha saputo dargli un erede, ed è costretta a tornare dal padre. Due sono le scelte che le si prospettano a quel punto: il convento o il matrimonio con Ban, un nobile sassone privato delle proprie terre da Re Guglielmo. Ban è più che disposto a prendere in sposa la bellissima fanciulla, tuttavia pone una condizione: la loro unione dovrà rimanere segreta fino a quando lei non concepirà un figlio; solo allora la riconoscerà come legittima moglie. Sembra la soluzione ideale, ma ben presto l'orgoglioso guerriero si rende conto che Isabelle ha paura di lui. E che per rendere effettivo il loro accordo dovrà prima conquistare il suo cuore.


“La sposa segreta “ è Isabelle che, a soli diciotto anni,  si trova ad essere vedova, cacciata dalla casa del marito senza che le venga resa la dote perché  in sospetto  di sterilità, e proprio questo particolare, nell' Inghilterra  di fine anno mille dove  erano necessari eredi per  mantenere in vita le varie casate nobiliari, è ciò che più preoccupa la giovane che ha la possibilità  di sposarsi di nuovo o la scelta obbligata del convento.
Posta dal padre, signore di Castlemora,  di fronte ad un bivio, Isabelle accetta un nuovo marito sperando in un matrimonio meno doloroso e violento del primo. Il prescelto è Lord Ban  che risiede a Glencarron  (già incontrato nel precedente libro “Prigioniera del guerriero” che ha per protagonista la sorella di Ban), il quale però pone una condizione:
”Conoscete la storia della mia famiglia perciò non c’è  bisogno che ve la ripeta. Ora il punto essenziale  è questo:  come ultimo membro sopravvissuto  di sesso maschile della mia stirpe è imperativo che io  abbia un erede per continuarla.
-Certo lo capisco
-Allor capite che devo esserne sicuro
Graham corrugò la fronte.    - Che cosa state suggerendo con esattezza?
-Un fidanzamento segreto.  in seguito  se la faccenda finisce come programmato, l’accordo sarebbe formalizzato in pubblico.
-L’unica questione che rimane da considerare è se la signora acconsentirà all’accordo.
Isabel guardò  suo padre sbalordita per l’incredulità, incerta di averlo inteso in modo corretto.
-Un fidanzamento segreto?
-Esatto.
-Un fidanzamento che gli darà i diritti di marito?
-Giusto
-E’ poco meglio della prostituzione!
-Prima rimarrai incinta prima potrete vivere apertamente come marito e moglie e prendere  il vostro posto di diritto in società: ricordalo!
Il padre le fa  accettare questa imposizione abbastanza strana ma non inusuale e Isabel, pur sentendosi quasi una prostituta, di fronte al terrore di dover subire un matrimonio forzato con  Murdo, capo della milizia del castello  che la  vuole solo per mettere le mani sulla proprietà , non può che dire di sì…e per fortuna!
Infatti , appena iniziano a conoscersi biblicamente, due tragici avvenimenti, costringono i due giovani ad una precipitosa fuga nella foresta. Sperano di poter raggiungere Glengarron  prima di soccombere .
Non vi dico le peripezie e i pericoli che sono costretti ad affrontare a causa di Murdo che non si dà pace per non essere riuscito a mettere le sue manacce su Isabel.
E quando arriva il lieto fine è veramente graditissimo perché le ultime pagine sono drammatiche.
A parte un paio di sviste forse dovute alla traduzione, il romanzo scorre fluidamente con delle bellissime descrizioni di battaglie e di paesaggi.
I personaggi hanno una decisa  profondità di carattere sebbene all’inizio  Ban non mi sia riuscito troppo simpatico con la sua proposta.  Certo va capito: è giovane e non aveva nessuna  intenzione di sposarsi ma la bellezza della ragazza lo stimola a fare questo passo.
Isabel è fedele ai personaggi femminili dell’epoca, sottomesse a padri e mariti o altrimenti trattate indegnamente, ma ha qualche impennata d’orgoglio per cui si mette in serio pericolo più di una volta.
Ma colui che non riesco a dimenticare è il cattivo Murdo…e quando dico cattivo gli faccio un complimento! In realtà è un essere orribile: vendicativo, traditore, assassino e tanto altro. Nei romanzi storici, di personaggi così, ce ne sono tanti, ma questo è forse il peggiore. Fa del male per il piacere di farlo e pur se è   un personaggio così negativo, lode all’autrice per come ha saputo costruirlo. E altrettante lodi per come ha strutturato tutta la narrazione: continui colpi di scena conditi da un bel po’ di  sangue, di passione e infine di amore.
Un romanzo promosso a pieni voti.




LEGGI UN ESTRATTO DEL PRIMO CAPITOLO...
Tre mesi dopo
Isabelle spronò il cavallo al piccolo galoppo, desiderando solo mettere della distanza tra sé e Castlemora per un po’. In teoria non avrebbe dovuto cavalcare all’esterno da sola, ma Murdo e suo fratello erano andati a caccia, così non c’era nessuno a impedirglielo. Comunque, la sua libertà avrebbe avuto vita breve.
Suo padre poteva anche aver deciso di attendere il momento opportuno nei confronti dei Neil, ma non aveva tardato a trovarle un altro marito...
«Glengarron è una vecchia alleata. Il matrimonio servirà a rafforzare il legame.»
Le si era rivoltato lo stomaco. In qualche modo Isabelle era però riuscita a controllare la voce. «Perdonatemi, ma pensavo che il Laird di Glengarron fosse già sposato.»
«È così. Stavo parlando di suo cognato, Lord Ban.»
«Capisco.»
«È un sassone, ma pazienza.»
«Un sassone?»
«Non è l’ideale, lo ammetto. Il lato positivo è che si tratta di un guerriero rispettato, con forti legami familiari ma, essendo senza terra, non può permettersi di essere schizzinoso nella scelta di una sposa.»
Isabelle aveva serrato la mascella. «Nemmeno io posso essere schizzinosa nella scelta di un marito?»
«Non puoi permetterti di fare la difficile, ora.»
«Forse sarà il nobiluomo a essere difficile da contentare.»
«Perché dovrebbe esserlo?» Il padre l’aveva osservata con sguardo d’approvazione. «Sei bella e di sangue Graham, per giunta. Senz’altro si potrà trovare anche un qualche piccolo incentivo pecuniario. Dovrebbe essere sufficiente.»
Con uno sforzo, Isabelle aveva tenuto a freno l’accesso di collera. «E se non lo fosse?»
«C’è sempre un convento.»
«Non ho alcuna vocazione per la vita religiosa.»
Il padre l’aveva scrutata con sguardo fermo. «Murdo ti guarda molto. Potrebbe andarti peggio.»
«Non lo penso affatto.»
«In tal caso, ti consiglio di metterti il tuo vestito più elegante e di renderti gradevole quando Lord Ban arriverà.»
Era rimasta sbigottita. «Per quando è atteso?»
«Molto presto. Assicurati che siano fatti tutti i preparativi necessari per dargli il benvenuto.»Il ricordo di quella conversazione colmò Isabelle di rabbia. Ciononostante, non aveva osato disobbedire.
Castlemora era pronta a ricevere l’ospite. Nel Castlemora era pronta a ricevere l’ospite. Nel frattempo, lei aveva bisogno di qualche ora di solitudine per ritrovare la calma e per prepararsi ad affrontare ciò che sarebbe accaduto. Per quel motivo, aveva bisogno di pace e di tranquillità.Trattenendo la cavalcatura a un passo regolare, seguì il ruscello fino a quando non si allargò in uno stagno nascosto dietro un boschetto. Sebbene fosse tra i confini delle terre di Castlemora, era un luogo appartato e, di solito, non si sarebbe recata lì da sola. Se Murdo l’avesse scoperto, sarebbero stati guai. Il maestro d’armi aveva sviluppato un’efficiente rete di spie. Quasi nulla accadeva a Castlemora senza che lui lo sapesse. La caccia era stata una fortunata distrazione.
Isabelle smontò e legò il cavallo. Ormai il sole era alto e la giornata calda. I vestiti le si incollavano sulla schiena e l’acqua sembrava invitante. Si diede un’occhiata intorno, ma la zona era silenziosa; non c’era traccia di presenza umana fin dove l’occhio arrivava a vedere. La tentazione divenne più forte. Almeno per qualche tempo quel luogo sarebbe stato abbastanza sicuro. Ban sorrise e si appoggiò con la schiena contro l’albero, lieto di essere smontato dalla sella per un momento. Lui e i suoi compagni avevano cavalcato sin dal primo mattino, sebbene a un passo tranquillo per risparmiare le loro cavalcature. I cavalli stavano sonnecchiando all’ombra, mentre gli uomini, dopo aver diviso pane, formaggio e fette di carne secca, si erano stesi per un po’ mettendosi a proprio agio. Non lontano tra gli alberi, Davy montava la guardia. Anche se tutta la regione sembrava in pace, non conveniva mai essere troppo sicuri di sé. Ban l’aveva imparato grazie alla sua lunga esperienza. Per cinque anni aveva cavalcato al fianco di Black Iain di Glengarron, osservando, imparando e allenandosi, mentre il suo corpo cresceva solido, snello e forte e la sua mente acuta e attenta. Il ragazzo che era stato salvato dopo la distruzione di Heslingfield se ne era andato da tempo e al suo posto c’era un uomo, ormai, un guerriero rispettato per diritto. Essere il cognato di Iain non gli aveva fatto ottenere favori. Ci si aspettava che Ban desse prova del proprio valore come tutti gli altri. Lui si impegnava con tutta l’anima, perché concentrandosi sulla nuova vita poteva dimenticare quella vecchia. Lì il passato non contava. Adesso veniva valutato per quello che faceva. Benché fosse trattato con sufficiente cortesia dai suoi compagni, sapeva che lo osservavano, lo giudicavano. Era stata una questione di orgoglio essere stimato, ottenere la loro approvazione e la loro fedeltà. Gettò un’occhiata ai suoi compagni: Ewan, Jock e Davy, brave persone, uomini di cui si fidava in battaglia. Gli sarebbero rimasti accanto, come lui avrebbe fatto con loro. Avevano vissuto abbastanza avventure insieme da saperlo. Non che si aspettasse di combattere qualche battaglia nel prossimo futuro. Consegnare dei cavalli a un vecchio amico non era certo pericoloso. Lo faceva come favore a Iain. Dell’altra faccenda, più personale, non aveva detto nulla ai suoi uomini. Dopotutto, non aveva ancora preso una decisione certa; finché non ne avesse saputo di più, non poteva ancora pronunciarsi. Pochi giorni a Castlemora avrebbero senza dubbio chiarito la questione. Il pensiero gli tornò spontaneo alla conversazione di una settimana prima.Stava giocando in cortile con i suoi nipotini quando Iain era apparso. Per qualche momento questi aveva osservato il gioco chiassoso, con un sorriso condiscendente che gli indugiava sulle labbra. Quando si erano infine fermati per riprendere fiato, aveva congedato i due figli comunicando loro che intendeva parlare in privato con lo zio. «C’è qualcosa che non va?» aveva chiesto Ban quando i ragazzi se ne furono andati. «No, era solo che volevo chiederti un favore.»
«Che genere di favore?»
«Ho bisogno di qualcuno che consegni dei cavalli a Castlemora. Archibald Graham mi ha chiesto una razza buona da riproduzione, qualche tempo fa. Gli avevo detto che avrei cercato qualche animale adatto.»
«Le fattrici da Jarrow, per caso?»
«Proprio quelle.»
Ban aveva annuito. Erano degli eccellenti animali. Tuttavia, non era un compito impegnativo e qualunque uomo di Iain avrebbe potuto consegnarli, perciò come mai era stato scelto per quell’incarico? Come gli accadeva di tanto in tanto, aveva sentito che c’era di più di quello che appariva in superficie.
«Ti dispiacerebbe?» Il tono di Iain era stato disinvolto. Era stato soprattutto quello a mettere in allarme il cervello di Ban e lui non era riuscito a trattenersi dal sorridere.
«Certo che no.» L’affermazione era stata sincera. Castlemora non era a più di due giorni di cavalcata e c’era bel tempo. Inoltre, doveva molto a suo cognato ed era lieto di ricambiare un favore, quando poteva.
«Bene.»
Ban aveva atteso, ormai certo che sarebbe seguito dell’altro. Aveva avuto ragione, anche se non ne avrebbe mai potuto indovinare l’entità.
«Il viaggio potrà servire a due scopi» aveva continuato Iain. «Archibald Graham è un vecchio amico e un alleato ma, purtroppo, la sua salute sta venendo meno.»
«Mi dispiace sentirlo.»
«Ha una figlia. L’ultima volta che l’ho vista era una bambina, ma dovrebbe avere all’incirca diciotto anni adesso. È rimasta vedova qualche tempo fa e il padre le sta cercando un nuovo marito.»
L’espressione di Ban si era fatta più guardinga. Quando aveva supposto che ci fosse una qualche ragione ulteriore per il viaggio, non avrebbe mai sospettato niente di simile. Eppure era tipico di Iain lasciar trapelare qualche piccola ma sconvolgente informazione con una tale imperturbabile disinvoltura. «Con ciò intendi me?» 
***** 
L'AUTRICE
Joanna Fulford, pseudonimo dell'inglese Jane Croft, sfortunatamente è morta per un tumore al cervello nel luglio 2013 e questa improvvisa scomparsa ha privato il mondo del romance di un'autrice di talento, che avrebbe potuto scrivere ancora tante belle storie. I suoi romanzi , di genere sia storico che contemporaneo, sono stati tradotti in varie lingue e sono tutti disponibili in ebook.


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